Quando si parla di gestione del rischio terze parti, la prima esigenza di ogni Credit Manager o Compliance Officer è quella di disporre di informazioni affidabili e aggiornate per effettuare una valutazione precisa delle controparti. Tuttavia, un errore ancora molto diffuso è quello di affidarsi esclusivamente alla ricerca di dati disponibili online per svolgere attività di KYC (Know Your Customer) e Due Diligence.
Questo approccio, apparentemente semplice e immediato, nasconde in realtà numerose criticità che possono compromettere la sicurezza e l’efficacia dei processi decisionali.
Le informazioni reperibili sul web, per quanto numerose, non garantiscono, da sole, un livello adeguato di accuratezza e completezza per un processo di Due Diligence conforme e strutturato. Quando si tratta di verificare la reputazione di un soggetto o la sua conformità alle normative in materia di antiriciclaggio (AML) e gestione del rischio terze parti (KYC), la semplice consultazione di fonti online espone l’impresa a diverse problematiche.
Perché la ricerca online è insufficiente nella Due Diligence e nelle verifiche KYC.
L’attività di raccolta di informazioni tramite fonti aperte e motori di ricerca non garantisce, da sola, un livello adeguato di accuratezza e completezza per un processo di Due Diligence conforme e strutturato.
Quando si tratta di verificare la reputazione di un soggetto o la sua conformità alle normative in materia di antiriciclaggio (AML) e gestione del rischio terze parti, la semplice consultazione di fonti online espone l’impresa a diverse problematiche:
1. Difficoltà di identificazione certa.
Nei database pubblici e nelle notizie online, è frequente imbattersi in casi di omonimia o dati parziali. Questo rende complicato stabilire con certezza se l’informazione trovata riguardi effettivamente la controparte oggetto di verifica.
2. Rilevanza e aggiornamento dei dati.
Molte delle informazioni reperibili sul web sono datate, non contestualizzate o prive di valore per la valutazione del rischio. Senza un’adeguata analisi, è difficile distinguere tra notizie significative e contenuti irrilevanti.
3. Assenza di un quadro di impatto sul rischio.
Anche quando emergono elementi negativi, manca quasi sempre un’interpretazione professionale che aiuti a comprendere il reale peso reputazionale o patrimoniale delle informazioni e la loro incidenza sul rischio terze parti.
Un processo di Due Diligence professionale con Cheope.
Per rispondere a queste criticità, Cheope Risk Management ha sviluppato un approccio integrato e altamente specializzato nella gestione dei processi di Due Diligence, KYC e valutazione del rischio terze parti.
Il nostro servizio si fonda su un modello investigativo che supera i limiti delle semplici ricerche online, offrendo un processo strutturato e conforme alle migliori pratiche per prevenire i crimini finanziari.
COSA GARANTIAMO AI NOSTRI CLIENTI:
> Certezza dell’identità del soggetto: attraverso verifiche su fonti ufficiali, riservate e qualificate, eliminiamo il rischio di falsi positivi o omonimie.
> Analisi aggiornata e pertinente: i nostri report includono informazioni rilevanti e attuali, valutate da analisti specializzati in ambito reputazionale e patrimoniale.
> Valutazione oggettiva del rischio: ogni informazione viene contestualizzata e correlata al profilo della controparte, per comprendere realmente l’impatto sulla reputazione aziendale e sul rischio operativo.
> Risparmio di tempo e risorse: affidandoti a Cheope, eviti di dover gestire in autonomia un processo complesso, migliorando l’efficienza della tua attività di verifica.
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Affidare la sicurezza della propria attività alle sole informazioni reperite sul web significa esporsi a un rischio non calcolato.
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