Sale il termometro della preoccupazione per famiglie e imprese a causa della nuova ondata della pandemia e chi può preferisce difendere la propria liquidità in vista di tempi migliori: la conferma arriva dall’ultimo bollettino mensile dell’ABI che evidenzia come nel mese di ottobre 2020 gli Italiani hanno depositato sui conti correnti altri 32 miliardi (+9.5 % su base annua).
La liquidità totale dei conti correnti supera oramai la cifra complessiva di 1714 miliari, con un aumento in valore assoluto di 149 miliardi in un anno.
I SETTORI PIU’ COLPITI DALLA CRISI
Sempre in ottobre la Confcommercio rilevato un crollo dei consumi dell’8,1% rispetto allo stesso mese del 2019, a confermare il pesante impatto di chiusure e restrizioni.
Rispetto all’anno passato, anche in questa nuova fase i settori che sono stati interessati maggiormente sono stati quelli del turismo, dei servizi ricreativi (-73,2%), gli alberghi (-60%), i bar e i ristoranti (-38%).
(fonte: www.ansa.it)
I SETTORI IN CRESCITA
Oltre alle telecomunicazioni, al software e al digital in generale, ovviamente la farmaceutica sta vivendo un buon momento. Anche la sanificazione sta conoscendo un boom: nel 2020 il business si attesterà su valori di crescita pari al 50%-100% (fonte: Il Sole 24 Ore on line).
L’E-COMMERCE ALLE STELLE
Il Covid-19 sta catalizzando dei processi già esistenti, tra questi la crescita del canale E-commerce che negli ultimi 12 mesi in Italia vede i volumi di transazioni online crescere del 15,4% - il 7% dell’incremento col primo lockdown di marzo.
Lo scenario ha visto i "negozi online" gestire una domanda 10 volte superiore al solito e per chi non è opportunamente strutturato l’accelerazione ha comportato un calo delle performance qualitative, generando nel 25% dei casi problemi nella logistica, per il 26% carenze tra prodotti disponibili (26%) e il 18% di casi in cui non è stato possibile recapitare la merce.
Difficoltà dovute a un’improvvisa crescita della domanda, nonostante le quali il tasso di soddisfazione dell’esperienza di acquisto è rimasto elevato (La Stampa del 7 Ottobre 2020).
AUMENTANO I RISPARMI SUI CONTI CORRENTI, ANCHE PER LE IMPRESE
Il virus, il lockdown e la scarsa fiducia verso gli investimenti oltre all’incertezza del futuro sono i fattori chiave che hanno spinto gli italiani ad aumentare i propri risparmi sui conti correnti in questi mesi.
Anche le imprese hanno deciso di ridurre le proprie spese ed aumentare in misura crescente i risparmi sui conti correnti, tutto ciò non ha però fermato la richiesta di finanziamenti (+6% anno su anno fonte ABI).
Il risparmio di per sè è positivo “ma i depositi devono essere mobilizzati per poter avere maggiori investimenti ed un miglioramento della crescita economica…” come rilevato da Gianfranco Torriero, Vice Direttore dell’ABI.
I PAGAMENTI DELLE IMPRESE SI ALLUNGANO
La puntualità dei pagamenti tra imprese a Settembre non farebbe rilevare differenze significative rispetto agli anni precedenti, segnale che buona parte del tessuto economico sta reggendo, almeno nei settori non sottoposti alle misure restrittive.
Fortunatamente molte imprese riescono per ora a mantenere una buona situazione operativa ed economica, in un contesto dove chi può deve impegnarsi ad assolvere ai propri impegni con la massima puntualità.
Emergono iniziative come quella promossa dall’Associazione Industriali Bresciani sotto l’hashtag #IOPAGOIFORNITORI.
La corretta gestione del credito (e del debito) nato da transazioni commerciali diventa quindi una best practice per l’impresa e un ambito in cui agire con alta sensibilità.
LA RELAZIONE COI CLIENTI COME PATRIMONIO AZIENDALE
Tutte le imprese si sono adattate al nuovo contesto ma con diversi gradi di successo e rapidità.
Sono pochi coloro che non hanno ripensato attentamente al rapporto coi propri Clienti, a come risolvere le difficoltà insorte e a come trarre un vantaggio competitivo dalle nuove opportunità.
Per molti le difficoltà dei Clienti derivate dal rallentamento del mercato di riferimento, si traducono nel difficile bilanciamento tra la concessione di nuove forniture e il monitoraggio e la riduzione dell’esposizione complessiva.
Nei settori più competitivi questo esercizio d’equilibrio è spinto al limite, per garantire il mantenimento del rapporto commerciale.
Molte imprese, i cui clienti si sono fermati o hanno rallentato drasticamente l’attività, stanno attendendo lo sblocco dei pignoramenti dal 1/01/2021 e la cessazione dello stato di emergenza per Covid 19 prorogato fino al 31/01/2021 con il D.L. 7 ottobre 2020, n. 125.
In molti casi la soluzione adottata è la concessione di un piano di rientro, strumento che la Legge mette a disposizione per preservare il rapporto con il cliente e garantire all’impresa la liquidità di cassa.
Il piano di rientro costituisce una modifica ad una obbligazione già sorta tra due o più parti.
La modifica attiene ai tempi di esecuzione di una prestazione.
Proprio perché va a modificare i termini del pagamento, è necessario che il Piano di Rientro avvenga per iscritto, in modo che non vi siano future contestazioni o malintesi.
Le parti dovranno, quindi, redigere una scrittura privata, in carta semplice, senza necessità di notaio o di registrazione, in cui devono specificare:
- l’indicazione delle parti e la data dell’accordo;
- la fonte da cui origina il debito in capo a una delle due parti;
- l’importo ancora da corrispondere e quello eventualmente già pagato;
- i termini entro cui dovranno avvenire i successivi pagamenti e le relative modalità;
- la rinuncia, da parte del creditore, ad azioni esecutive nei confronti del debitore durante l’esecuzione del piano di rientro.
IL NOSTRO APPROCCIO ALL' ATTIVITÀ di recupero crediti ci porta ad ascoltare e comprendere le circostanze che hanno portato i nostri Clienti a contattarci, prima di iniziare a lavorare per superare le loro aspettative.
Crediamo fortemente nella collaborazione con i Clienti e impieghiamo un approccio comprensivo e rigoroso, solidale con i tuoi clienti ma in grado di garantire i pagamenti in sospeso.
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