Finalmente l’attesa è finita: il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti (CNDCEC) ha presentato ufficialmente il documento contenente gli indicatori della crisi di impresa in occasione del Convegno Nazionale di Firenze “La Crisi di impresa” dello scorso 25/26 ottobre 2019.
Il Codice della crisi e dell’insolvenza d’impresa all’art.12 - secondo comma - ha affidato infatti al CNDCEC il compito di elaborare gli indici necessari al completamento del sistema di allerta, introdotto nell’ordinamento con la Legge delega n.155/2017.
Considerato che moltissime PMI italiane non solo non sono in grado di fare una previsione del cashflow a 6 o a 12 mesi richiesta dall’adeguata verifica, ma incontrano serie di difficoltà ad ottenere una contabilità aggiornata su base trimestrale, il CNDCEC ha proposto di utilizzare i seguenti 5 indicatori della crisi:
1) sostenibilità degli oneri finanziari (oneri finanziari/ricavi);
2) adeguatezza patrimoniale (patrimonio netto/debiti totali);
3) liquidità a breve (attività a breve/passività a breve);
4) ritorno liquido dell’attivo (cash flow/totale attivo);
5) indebitamento previdenziale e tributario (debiti previdenziali e tributari/attivo totale).
In pratica la crisi di impresa viene diagnosticata attraverso la rilevazione preliminare della presenza di reiterati e significativi ritardi nei pagamenti, attraverso l’utilizzo specifici indicatori.
GLI INDICATORI DELLA CRISI
L’art.13 del D.Lgs 12 gennaio 2019, n.14 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.6 del 14 febbraio 2019) ha previsto l’introduzione degli indicatori della crisi, elaborati con cadenza almeno triennale dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili, per rilevare gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario messi in relazione alle specifiche caratteristiche dell’impresa e all’attività imprenditoriale svolta.
I 5 PARAMETRI DA CONSIDERARE
Il mix di indici e indicatori di rischio porta all'adozione di un protocollo che prevede una sequenza gerarchica con almeno 5 parametri da prendere in considerazione.
La crisi d’impresa è ipotizzabile quando a causa di perdite, il patrimonio netto (che deriva dalla differenza tra le attività dello stato patrimoniale di un’azienda o di una società e relative passività) diventa negativo ed è la causa dello scioglimento della società di capitali, pregiudicando la continuità aziendale.
Questo elemento di criticità può essere superato attraverso una ricapitalizzazione che consenta la ricostruzione patrimoniale nei limiti di Legge.