A partire dal 1° gennaio 2021 si applica una nuova definizione di credito deteriorato o “in default” che identifica lo stato di inadempienza di un cliente (azienda o privato) verso la banca.
Lo prevede il Regolamento EBA (European Banking Authority) relativo alle regole sui requisiti di capitale.
In base alle nuove regole europee, gli addebiti automatici non saranno più consentiti se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari.
C’è il rischio quindi di un improvviso stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali e rate di finanziamenti; per il cliente esiste l’ipotesi concreta di finire nella “lista nera” per effetto di una nuova classificazione di default.
CHE COS’E’ LO STATO DI DEFAULT
Il default si può tradurre come l’accertamento di un inadempimento ad una determinata scadenza da parte del debitore verso al banca.
Questo evento obbliga l’istituto di credito ad azionare una molteplicità di procedure tra loro interconnesse che si possono riassumere di seguito:
1) nella valutazione della effettiva capacità di rimborso del debitore (senza dover ricorrere alla attivazione di eventuali garanzie a presidio dell’operazione);
2) nell’aggiornamento della classificazione (o anche staging) della controparte debitrice;
3) nel ricalcolo degli assorbimenti di capitale (tramite i c.d. accantonamenti prudenziali);
4) nel ricalcolo delle possibilità di credito - in base alle proprie policy creditizie - che impattano:
• sul pricing delle future concessioni/rinnovi di fido;
• sull’effettiva possibilità di concedere un nuovo credito al Cliente o di acconsentire al rinnovo delle linee che giungono a scadenza;
• sulla possibilità di aderire (o meno) a forme di moratoria dei debiti.
COSA PREVEDE LA NORMATIVA
Le esposizioni verso una banca o un intermediario finanziario sono considerate come deteriorate:
1) se il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni consecutivi (in alcuni casi per le amministrazioni pubbliche, 180 giorni);
2) se nel contempo l’obbligazione è considerata come “rilevante”, ossia supera una determinata soglia finanziaria.
Dal 1° gennaio 2021 questa soglia è diventata diventa più stringente.
Infatti la classificazione avverrà automaticamente per gli arretrati relativi a uno o più finanziamenti di ammontare superiore a 500 euro (soglia assoluta) che rappresentino più dell’1% sul totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca (soglia relativa).
PRIVATI E PMI: CAMBIA LA SOGLIA
Per i privati e le PMI con esposizioni nei confronti dello stesso istituto di credito di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro (cosiddette esposizioni al dettaglio) la soglia di valore assoluto è ridotta a 100 euro.