In Italia negli ultimi anni abbiamo assistito ad una forte stretta creditizia (c.d. credit crunch) da parte delle banche e degli istituti finanziari che hanno ridotto notevolmente le erogazioni di finanziamenti a breve e medio termine alle imprese.
Le banche continuano a tenere i rubinetti chiusi nei confronti delle aziende e la morsa del credit crunch nei loro confronti non accenna ad allentarsi.
Negli ultimi 12 mesi sono crollati di 51 miliardi di euro i prestiti alle aziende italiane. Lo stock di finanziamenti alle imprese (fonte: Centro Studi Unimpresa che ha rielaborato i dati di Banca d’Italia dall’agosto 2018 all’agosto 2019) società di capitale è sceso di 46 miliardi (da 696 a 650 miliardi), mentre sono diminuiti di quasi 6 miliardi i crediti alle imprese familiari (da 83 a 77 miliardi).
La situazione in banca per le imprese italiane potrebbe anche peggiorare, quando termineranno le misure straordinarie attuate dalla Banca Centrale Europea.
La liquidità per l’impresa vuol dire molto, se non tutto: serve per poter rispettare le scadenze dei pagamenti (fatture, stipendi e salari, ecc.), per gestire gli equilibri interni dell’azienda, nel rispetto delle entrate e delle uscite di cassa.
La carenza di liquidità può minarne la solidità e comprometterne il raggiungimento degli obiettivi.
Non ci sarebbe la possibilità di liberarsi dalla stretta creditizia, se non fossero disponibili quegli strumenti elaborati dalla finanza alternativa come il Digital Factoring che vede nella cessione delle fatture lo strumento per garantire i flussi di cassa alle imprese.
Quali sono le differenze col Factoring tradizionale?
Con il Digital Factoring, la cessione delle fatture avviene on-line attraverso le apposite piattaforme da parte dell’azienda interessata all’anticipo di una fattura inviata precedentemente ad una società privata (di solito i portali non accettano quelle della Pubblica Amministrazione). Sarà il Provider Specializzato nel factoring digitale a valutare le proposte ricevute sulla base di alcuni indicatori (come il merito creditizio) e ad attribuire un rating incrociando i dati a disposizione con quelli presenti nelle proprie banche dati. La fattura una volta accettata viene pubblicata sulla piattaforma di invoice trading seguendo tre meccanismi di acquisto per gli investitori:
1) asta al rialzo;
2) offerta competitiva;
3) acquisto diretto da parte della piattaforma e cartolarizzazione delle stesse.
L’investitore che compra la fattura deve anticipare all’azienda un importo pari all’85-90% del corrispettivo. Quando la fattura viene saldata la piattaforma ne incassa il controvalore e versa il saldo tra il 7% e il 9% del valore della fattura all’impresa cedente.
IN SINTESI
Con il factoring Digitale le aziende decidono quali fatture cedere e quali no in base alle proprie esigenze quotidiane, mentre con il factoring esiste a monte un impegno predeterminato. Con l’invoice trading ci sono più soggetti che competono per l’acquisto dei crediti e sono due le voci di costo: la commissione di intermediazione richiesta dalla piattaforma e lo sconto applicato dall’investitore
Con il factoring il compratore è unico e le commissioni sono fisse e sono legate alla gestione amministrativa svolta (oltre al tasso di interesse finanziario).
E tu hai già scelto quale dei due strumenti fa al caso tuo per ottenere liquidità della tua azienda e per ottimizzare il flusso di cassa?
Un Provider di Digital Factoring, accreditato a livello europeo, ha validato i sistemi di Rating di Cheope che può far da tramite a favore dei propri Clienti.
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